Incontro Dar Voce 09 settembre 2008

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Villa Minozzo: vecchie e nuove generazioni insieme per la montagna
9 settembre 2008
  "Fra cinquant'anni nelle nostre montagne ci saranno solo i lupi e gli orsi".
Arrivi a Villa Minozzo e capisci subito che hai a che fare con gente tosta. Quindici persone, montanari doc, tutti della Croce Verde (perché "qui la Croce Verde è forte"), e due volontari della neonata sezione AUSER. L'accoglienza della Croce Verde è calda e orgogliosa: sali su per le scale della sede e arrivi ad una sala nuova, moderna, attrezzata. Poi pian piano arrivano tutti i volontari, due chiacchiere, sbrighiamo le formalità e la riunione comincia.
A dire il vero, noi operatori di Dar Voce ci aspettavamo magari meno persone, ma rappresentanti di più associazioni. Invece ci accolgono 13 volontari della Croce Verde, e due dell'AUSER. Dove sono le altre associazioni?
Poi però ci pensi bene e ti accorgi che Dar Voce sta cercando di parlare e ascoltare persone impegnate sul territorio, che possano raccontare il "loro" territorio, la loro montagna. E quindi va bene così. Anzi: 15 persone son davvero tante.
Bene. Ci sono anche quattro giovani, tra i quindici. Tutti targati Croce Verde, naturalmente. E i quattro giovani ti comunicano voglia di fare, voglia di vivere. Luca: "qui c'è meno stress, meno traffico, è più facile fare gruppo. Proviamo a organizzare feste e iniziative, anche se non è facile". Loubna: "Siamo contenti quando i giovani tornano su per le vacanze". Carmela, immigrata dal sud, racconta di una bella accoglienza, di una bella integrazione. E Federico, studente universitario: "Il sogno? Beh il sogno è rimanere in montagna. Ma è dura: studio da ingegnere, ma qui non avrò tante possibilità. L'aria buona della montagna? Certo, ma l'aria non si mangia.."
Questo è il territorio raccontato dai giovani. Giovani in gamba, giovani disposti a mettersi in gioco. Giovani tosti, come gli adulti del resto. Gli adulti però oltre a essere temprati, sono anche un bel po' rassegnati. Carlo, Ezio, Renato ti parlano di un territorio che si sta spopolando, di uno sviluppo che manca ("Il parco doveva darci posti di lavoro, per il momento è solo un "parco politico"), del lavoro che manca ("o provi a fare l'artigiano, o non trovi lavoro"), di distanze lunghe, lunghissime, che non permettono spostamenti agevoli. Ma allora perché siete qua? Perché spendete la vita ad aiutare gli altri? "Perché ci sentiamo utili" (risposta scontata), "Perché ci sentiamo vivi" (risposta che ti apre il cuore). E allora vien fuori il vero ruolo della Croce Verde e, immaginiamo, delle associazioni in generale da queste parti: creare relazione, far sentire la gente meno sola, generare positività. Renato aspetta la fine della riunione, forse per non tradire l'etichetta ufficiale di montanaro duro, ma quando tutti se ne vanno e ti accompagna giù dalle scale, gli scappa, tra l'orgoglioso e il commosso: "Dovreste venire qui di pomeriggio. E' bellissimo. Giovani di quattordici, quindici, vent'anni, insieme ad anziani di 70, per fare volontariato, o per stare in compagnia. E' bellissimo".
Appunti, parole, volti di una serata trascorsa a parlare con persone vive, con persone vitali, che affrontano tanti problemi quotidiani, ma che non perdono la voglia di fare, la voglia di sognare, l'amore per l'ambiente, per la loro montagna, e non desiderano altro che anche la montagna viva, proprio come loro.


                                                                                 
Anna, Alberto,Adriano
 

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