Sologno

Popolazione residente: 241

Altitudine: 747 mt. s.l.m.

Fiumi: Torrente Luccola, Fosso Grande, Rio Sologno, Fosso dell’Isola

Monti: Monte della Stetta, Monte di Aravecchia, Monte Cafaggio, Cannareto,  Poggio Sologno, Monte Mezzano, La Pianellina,

Borgate: (Castello – Isola – C.se Guidi – La Villa)

Storia: Il borgo occupa una stretta linea di spartiacque, situata a nord del monte Stetta, alla sinistra del torrente Lucola. Sologno è nominata in un documento del 1022 ed ancora nell'Estimo del 1315.
Era anticamente una villa del Castello di Piolo e soggetto ai Dallo.
Passo successivamente ai Fogliani, cui il castello venne riconosciuto nel 1373. Nel 1427 si sottopose al Marchese Nicolò III d'Este che le accordò alcune esenzioni. Da quell'epoca Sologno restò indipendente dalla giurisdizione di Minozzo. Alla fine del XVIII secolo comprendeva 398 abitanti.
La chiesa di San Martino compare solo nella visita Pallavicini del 1456. Si dice che l'antica chiesa parrocchiale si trovasse a circa mezzo chilometro dalla attuale e che rovinasse a causa di una frana. Una relazione del 1674 riporta come essa fosse una delle più belle chiese dell'alta montagna.
la chiesa è stata ricostruita nel 1822 con tre navate in volto e cinque altari. Il campanile è concluso da una cella a monofore.
Dell'antico castello rimane soltanto qualche muratura in corrispondenza di uno slargo roccioso e visibile nel centro dell'abitato.
E' notabile uno stretto sottopasso con accesso laterale che introduce all'area anticamente occupata dal castello; nel parametro si osservano particolari architettonici attribuibili al XVI-XVII secolo, unitamente a conci angolari sbozzati forse appartenenti ad una torre che sormontava il passaggio.
nell'estremità superiore del borgo si osserva un'ampia corte ottocentesca con edifici di servizi in discreto stato di conservazione. Alla corte è unito un fabbricato residenziale caratterizzato da un portale in arenaria con arco a tutto sesto e chiave di volta cuspidata decorata a basso rilievo con il simbolo bernadiniano e la corona.
Una vicina Maestà a pilastro racchiude in nicchia un dipinto su tavola attribuibile al XVIII-XIX secolo.
Nella parte inferiore dell'abitato si innalza una torretta seicentesca.
Le instabili caratteristiche del substrato marnoso hanno determinato la ricostruzione di numerosi fabbricati come attestano alcuni particolari architettonici di recupero; tra questi si evidenzia un architrave in arenaria orsata recante la dicitura "1600 MAII". Altri elementi costruttivi sparsi recano millesimi del XVI-XVII secolo.